TELEVISIONE

Das Fernsehen ist ein „[…] Träger von Herrschaft […]. Das Fernsehen ist […] ein Nachrichten-Verarbeitungszentrum. Es ist der Ort, wo sich eine Mentalität konkretisiert“[1] . Wenn man heute diesen Satz von Pasolini hört, würde man dessen Aussage für übertrieben halten. Heute gibt es zahlreiche Medien, die unserer Existenz nicht nur dienen, sondern, wie das Fernsehen bei Pasolini, sogar steuern. Man kann den Diskurs Pasolinis über das Fernsehen und seine Risiken auch auf die neuen Medien unserer postmodernen Gesellschaft beziehen.

Die Beziehung zwischen Pasolini und dem Fernsehen scheint auf den ersten Blick zwiespältig. Pasolini selbst, der in seinen Schriften nie an Kritik gegen den Massenmedien gespart hat, war oft zu Gast bei Fernsehsendungen. Unter seinen verschiedenen Auftritten gibt es eine, die aufgrund der im Laufe der Sendung entwickelten Debatte als besonders relevant gilt. Der Titel dieser Sendung lautet Terza B facciamo l’appello[2] . Während der Sendung beantworten Pasolini und die anderen eingeladenen Gäste die Fragen des Journalisten Enzo Biagi. Auch bei diesem Anlass verzichtet der italienische Denker auf seine kritischen Positionen nicht: Genau dort, d.h. im Fernsehen macht Pasolini die Zensur bekannt, die hinter diesem Medium steht.

Außer der Redefreiheit erklärt Pasolini in vielen seiner polemischen Schriften die zahlreichen negativen Folgen und Einflüsse der Fernsehkultur auf das italienische Volk. Dieses bei seinen Debatten ständig aufgetretene Thema taucht stets im Zusammenhang mit zwei anderen Bezeichnungen auf: Jene des „kulturellen Völkermords“ →Genocidio und der „anthropologischen Mutation“. Pasolini prangert an, wie die neue konformistische Macht durch das Fernsehen Italien anthropologisch bzw. menschlich irreversibel transformiert hat. Kein Land wurde in so kurzer Zeit so sehr verändert: Vom bäuerlichen zu einem bürgerlichen Lebensstil. Es handelt sich um eine neue Macht, die stärker als der Faschismus Italien beeinflussen kann: Es entsteht eine neue konsumorientierte Gesellschaft, in der die traditionellen Werte der volkstümlichen Moral – d.h. Prinzipen wie Sparsamkeit, Familie, Treue usw. – durch die neue Lebensweise ersetzt werden. Der Vernichtungsprozess der modernen Gesellschaft wird vom Kapitalismus, sowie von den Regeln des Konformismus gesteuert: Alle, und noch mehr die nicht bürgerlichen Italienerinnen und Italiener, erleben unbewusst den Druck, Bürger zu werden. Der Bürger stellt das Bild eines Menschen dar, der seiner Individualität zugunsten eines konformistischen Modells entsagt →Borghesia. Dieses neue Volksmodell ist mit dem kapitalistischen System gekoppelt, da dem ‚gebeugten‘ Volk ein bestimmtes Lebensmodell (immer unbewusst) aufgezwängt wird. Bürger zu sein, bedeutet nämlich, abgesehen vom sozialen Ursprung, als Bürger zu existieren. Das heißt auch, dass man sich als Konsument an die kapitalistische Struktur anzupassen und sich in der gleichen Sprache auszudrücken hat, die die dominante Klasse (die bürgerliche) spricht. Dieser Vereinheitlichungsprozess wird vom Fernsehen erzeugt. Das Fernsehen versorgt die italienische Bevölkerung mit Stereotypen der Lebensmodelle, dem ‚richtigen‘ Bürgertum. Das Fernsehen zeigt Menschen, die alle gleich angezogen sind und Idealrollen entsprechen, Nacktheit bei Frauen ist kein Tabu mehr. Es besitzen immer mehr Menschen in Italien einen Fernsehapparat, was zur Folge hat, dass die Italiener noch intensiver und schneller als zuvor beeinflusst und geprägt werden. Neben Pasolini kann man hier auch die Polemiken über den Fernseher von Günther Anders erwähnen. Im Kapitel Die Welt als Phantom und Matrize. Philosophische Betrachtungen über Rundfunk und Fernsehen aus dem bekannten Werk Die Antiquiertheit des Menschen ähneln die Überlegungen von Günther Anders denen von Pasolini. Die von beiden Denkern erwähnten kritischen Positionen im Rahmen der Fernsehkultur kann man auch auf die heutigen Massenmedien beziehen. Die Redefreiheit auf den Onlineplattformen öffnet neue Fragen bezüglich der freien Sprachnutzung. Zu den zahlreichen Problemen der Freiheit neuer Medien zählt das sogenannte ‚Flaming‘ : Die von den Onlineplattformen angebotene Redefreiheit impliziert die Möglichkeit, die Sprache als ‚Waffe‘ zu verwenden. Bezüglich dieser Problematik ist die Lehre Pasolinis zutreffend, da eine Gesellschaft ohne menschliche Prinzipien ihre Freiheit negativ wenden kann bzw. die Freiheit selbst vernichtet.

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[1] Pasolini Pier Paolo, Freibeuterschriften. Die Zerstörung der Kultur des Einzelnen durch die Konsumgesellschaft, Wagenbach Berlin, S. 31.
[2] Die auf italienische Sprache erwähnte Sendung ist unter dem folgenden Link zu finden: https://www.youtube.com/watch?v=werNaIojL5o
[3] Vgl. Andrea Tullio Canobbio, „Il flaming e le insidie della comunicazione in rete“, in: L’Italia e i mass media, a cura di Marco Gargiulo, Roma 2012, S. 383-398.


Debora Francione




Pasolini e la critica al medium di massa (Tv).



TELEVISIONE

La televisione è uno “[…] strumento del potere […]. La televisione è […] un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità”[1] . A leggere oggi le parole di Pasolini si potrebbe pensare che esse siano esagerate, eccessive. Oggi i numerosi mezzi di comunicazione non solo di aiuto alla nostra esistenza, ma, come si esprime Pasolini riguardo alla televisione, la gestiscono, la regolano. Il discorso di Pasolini sulla televisione e i suoi rischi può essere collegato anche ai nuovi mezzi di comunicazione della società postmoderna.

Il rapporto di Pasolini con la televisione appare, in un primo momento, contradditorio. Pasolini, che nei suoi scritti non ha mai risparmiato la sua critica contro i mass-media, appare spesso in veste di ospite in trasmissioni televisive. Tra tutte le sue comparse in televisione ve ne è una che, per il dibattito sviluppatosi nel corso della trasmissione, è tra le più rilevanti. Il titolo della trasmissione è Terza B facciamo l’appello[2] . Pasolini e gli altri ospiti rispondono alle domande poste dal giornalista Enzo Biagi. Anche in questa occasione il pensatore italiano non rinuncia alle sue posizioni critiche e proprio lì, ossia in televisione, Pasolini pone l’attenzione sulla censura che si nasconde dietro a questo mezzo.

Nei suoi scritti polemici Pasolini spiega quali sono le cause e le influenze negative della televisione sugli italiani, oltre ad affrontare il tema sulla libertà di espressione. Questa tematica, costante nei suoi dibattiti, viene a trovarsi sempre collegata ad altri due temi centrali: quello del ‘genocidio’ →Genocidio e della ‘mutazione antropologica’. Pasolini stigmatizza quella forza conformista che attraverso il mezzo televisivo è riuscita a trasformare l’Italia, sia antropologicamente che umanamente, in maniera irreversibile. Nessun paese ha subito un tale cambiamento in un lasso di tempo così breve: da uno stile di vita contadino ad uno borghese. Si tratta di un potere nuovo che è stato capace di agire sull’Italia in modo ancora più forte del fascismo: si sviluppa, così, una nuova società consumista all’interno della quale i vecchi principi della morale popolare quali risparmio, fedeltà e famiglia, vengono rimpiazzati da un nuovo modello di vita. Il processo di annientamento in atto nella società moderna è guidato dal capitalismo e dalle regole del conformismo. Tutti e, ancor di più gli italiani non borghesi, vivono inconsciamente la pressione di dover divenire borghese. Il borghese rappresenta colui che rinuncia alla propria individualità in favore del modello conformistico →Borghesia. Questo nuovo modello sociale è collegato al sistema capitalistico, in quanto al popolo ‘piegato’ viene imposto (sempre inconsciamente) un modello sociale definito. Essere un borghese significa, infatti, esistere come borghese. Ciò significa anche adattarsi alla struttura imposta dal capitalismo in veste di consumatori e, ancora, esprimersi, tutti, nella stessa lingua parlata dalla classe dominante (quella borghese). Questo processo di omologazione è coadiuvato dalla televisione. La televisione somministra agli italiani un modello di vita stereotipato, ‘adatto’, ossia quello della classe borghese. La televisione mostra persone vestite tutte uguali e che corrispondo a ruoli ideali (e idealizzati); così le nudità del corpo femminile non rappresentano più alcun tabù. In Italia, intanto, sempre più italiani posseggono un apparecchio televisivo. La conseguenza è un asservimento più veloce e incisivo degli italiani. Accanto a Pasolini si può menzionare un altro critico della televisione: Günther Anders. Nel capitolo Die Welt als Phantom und Matrize. Philosophische Betrachtungen über Rundfunk und Fernsehen, dalla famosa opera Die Antiquiertheit des Menschen, Anders si muove in una critica che ha molto in comune con quella di Pasolini. Le polemiche alzate da entrambi i pensatori nei confronti della cultura televisiva, si pongono decisamente anche in un contesto attuale. La libertà di espressione sulle piattaforme online obbliga a riflettere sull’uso arbitrario e libero della lingua. Ai tanti problemi sulla libertà di cui godono i nuovi media ne va menzionato uno in particolare, quello del ‘flaming’. La libertà di espressione offerta dalle nuove piattaforme online implica, infatti, la possibilità di utilizzare la lingua come vera e propria ‘arma’. È proprio in relazione a problematiche di questo genere che l’insegnamento di Pasolini appare calzante, perché una società priva di principi umani non può che usare la libertà in maniera negativa. Oppure distruggerla.


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[1] Pasolini Pier Paolo, Scritti corsari, Garzanti Milano, p. 24.
[2] https://www.youtube.com/watch?v=werNaIojL5o

Debora Francione