PALAZZO

Durch die bildliche Bezeichnung Palazzo bezieht sich Pasolini auf die Trennung zwischen zwei gegenübergestellten Welten Italiens: Auf der einen Seite gibt es die Welt der mächtigen Menschen, die im Palast leben, auf der anderen Seite aber existiert doch eine Welt, in der laut Pasolini das Volk eine anthropologische ‚Mutation’ erleben würde. Der Palazzo wird von Pasolini als Metapher verwendet, um den Ort der Macht von der Welt des Volks zu unterscheiden. Im Palast, erklärt Pasolini, lebten mächtige Politiker, die von der Realität außerhalb des Palastes nichts wissen. Sie zielen darauf, ihre Macht zu behalten und sie kümmern sich weder um das italienische Volk noch um seine Probleme. Bereits das Substantiv Palazzo erinnert an das Bild eines großen Gebäudes, das teilweise zur Nutzung der élite bestimmt ist. Der französische Palazzo Versailles stellt eine solche politische Macht dar: Gegen dieses Symbol der Macht und Unterdrückung kämpfte das hungrige Volk während der französischen Revolution. Zur Zeit der französischen Revolution waren die Stichwörter des Volks Liberté, Egalité, Fraternité: Nach verschiedenen Revolutionen erlebt das italienische Volk – sowie bei allen säkularisierten Kulturen – eine neue Macht, welche unter dem Vorwand der französischen Mots eine falsche Toleranz entstehen lassen konnte.

Die im Palast lebenden Politiker könnten die Bevölkerung Italiens und die Probleme des Landes nicht mehr verstehen. Politiker wie Andreotti und Fanfani, schreibt Pasolini, seien verantwortlich für die „indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia“[1] und darüber hinaus auch für die Zerstörung der italienischen Landschaft sowie für die „anthropologische Mutation“ Italiens →Periferia. Zwischen dem „Palast“ und der Welt außerhalb des Palastes bildet sich eine Leere, die das italienische Volk ohne Werte gelassen hat. Vor der Macht des Palazzo wurde Italien durch die Religion strukturiert. Laut Pasolini soll das italienische Volk mit dem Verlust traditioneller Werte auch seine Menschlichkeit →Humile verloren haben. Die Darstellung des Palazzo beschreibt den existentiellen Zustand Italiens.


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[1] Pier Paolo Pasolini, „Bisognerebbe processare i gerarchi Dc“, in: ders., Lettere luterane, Milano 2009, S. 127.



Debora Francione



PALAZZO

Mediante la definizione figurata di palazzo, Pasolini intende riferirsi alla divisione di due mondi opposti dell’Italia: da una parte quello degli uomini di potere che vivono nel ‘palazzo’, mentre dall’altra parte esiste un mondo nel quale, secondo Pasolini, è in atto una ‘mutazione antropologica’. Il termine ‘palazzo’ è usato da Pasolini come metafora per dividere il luogo del potere dal mondo del popolo. Pasolini spiega che nel palazzo vivono politici influenti, incapaci di comprendere la realtà che esiste fuori da esso. Il loro unico scopo è quello di mantenere il potere nelle loro mani, noncuranti sia degli italiani che dei loro problemi. Il sostantivo ‘palazzo’ richiama alla mente l’immagine di un grande edificio il cui uso è in parte riservato alle élite. Un potere simile è rappresentato dal palazzo di Versailles. Contro questo simbolo di potere e di sottomissione si è rivolta la battaglia portata avanti dal suo popolo affamato durante la rivoluzione francese. Al tempo della rivoluzione francese le parole chiavi erano Liberté, Egalité, Fraternité. Dopo diverse rivoluzioni gli italiani, e con loro tutte le culture secolarizzate, esperiscono un nuovo tipo di potere che, prendendo a prestito i mots della rivoluzione francese, poteva aiutare l’emergere di una falsa tolleranza.

I politici ‘chiusi’ nel palazzo non erano più in grado di comprendere i problemi della popolazione italiana, né quelli del paese. Politici come Andreotti e Fanfani, scrive Pasolini, sono responsabili di “indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia”[1] e, oltre a ciò, anche della distruzione del paesaggio naturalistico del bel paese, così come della sua ‘mutazione antropologica’ →Periferia. Tra il palazzo e il mondo che sta fuori dal palazzo si è formato uno iato che ha lasciato gli italiani privi di valori. Secondo Pasolini la perdita dei valori tradizionali ha causato anche la perdita di umanità da parte degli italiani →Humile. La rappresentazione del palazzo, dunque, descrive proprio la condizione esistenziale dell’Italia tutta.

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[1] Pier Paolo Pasolini, „Bisognerebbe processare i gerarchi Dc“, in:, Lettere luterane, Milano 2009, p. 127.


Debora Francione